Robi, quando guardo la mia prof, tutti i miei prof, mi manca l’aria, non ricordo più niente e vorrei scappare, scappare. e l’aria per scappare, quella ce l’ho. Lo sai che non posso farci niente ed è necessario che tu vada da uno psicologo. Anche mia mamma me lo dice, fa debole il quattordicenne, ma io sono sicuro che anche con la psicologa mi mancherà l’aria e ne avrò solo per scappare.
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quattro lettere
Guarda, tre errori, lista sette, 700 millisecondi, sono bravissimo? La lista sette è fatta di parole senza significato di quattro lettere su un programma per la lettura veloce che si chiama tachistoscopio. Da quando esiste questo programma lui si è convinto di essere l'ottenne più veloce del mondo lettura. Usa il programma con grande maneggevolezza: i genitori gli hanno preso un pc da dieci pollici tutto per lui. Proviamo con la lista otto, un po' più difficile, chiedo. Debbo ritornare a 1 secondo e sono lento, si lamenta.
Non si possono comprimere tutte le parole in quattro lettere?
Tutti “caratteriali”.
Richiama la psicologa che aveva l'intenzione di bollare in quanto sospetto caratteriale il mio ottenne di cui raccontai nei giorni precedenti. Aveva ricevuto una chiamata dal padre del mio paziente che le aveva spiegato con veemenza che il figlio si era comportato male per motivi precisi e che compito degli psicologi è curare le persone e non bollarle con i forse e probabilmente. La psicologa voleva sapere se anche con me erano così veementi. Rispondo che non ho mai avuto problemi. Comunque collega, conclude, qui si deve fare terapia familiare perchè mi sa che il problema è condiviso. Quale problema, domando.
Sono caratteriali entrambi.
Troppo piccolo.
Chiamo alla dottoressa che si è occupata della valutazione del mio ottenne di cui parlai ne post precedenti. Ecco, le spiego cosa mi è stato raccontato e cosa mi ha detto l'ottenne. La mia interlocutrice non ha dubbi, dice che è una scusa ad arte e non è vero che è stato voluto ma casuale. Non sono convinta ma lei tratta di psicologia e io no e allora sto zitta e ascolto. Comunque, conclude, lei crede davvero che abbia capito il discorso del padre? Non ha l'età.
E' troppo piccolo.
non sono un piccino cretino!
Gliel'avevo detto che l'avrebbero trattato come un bambino di due anni nonostante ne abbia otto compiuti. "Non saper leggere non significa essere cretino", aveva risposto prontamente. Io e la mamma preoccupate: i centri di eccellenza romani son belli e cari ma tutte le psico a dire, con voce mielosa, facciamo un gioco – che gioco non è- e esortare con i loro garrulanti bravo – quando uno sbaglia- e sapevamo che il nostro ottenne avrebbe combinato qualcosa. Mi chiama la mamma dopo i giorni fatidici di valutazione. Il nostro ottenne ha dato il peggio di sè tanto da beccarsi una diagnosi con tanto di compromissioni caratteriali a livello psicologico. La mamma è sconvolta, io sono sconvolta, le maestre sconvolte uguale. Il nostro ottenne, non capacitandosi del modo di fare delle psico, ha lanciato tutto per aria e si è messo a urlare per tutto il reparto. cosa urlava, chiedo alla signora.
"Non sono un piccino cretino! Non sono un piccino cretino!"
Ti metto Zero
Nuova bimba; nuova letterina nera sulle gioie scolastiche. Leggo di seguito. "odio le verifiche, le addizioni, le sottrazioni, i problemi, la matematica e soprattutto la maestra che non fa altro che urlarmi addosso." Le chiedo curiosa cosa le urlerà di tanto fastidioso; forse urlerà alla classe. Lei dondola la testa e con un dito puntato fa il verso.
"Ti metto Zero!"
L’italiano moderno
Una volta scrissi, in questo blog, un piccolo elogio alle maestre italiane che fanno il loro dovere spesso con pochi strumenti a disposizione. Purtroppo, salvo la buona pace di alcune, mi offrono sempre interessanti spunti di riflessione.
Vado a un colloquio con delle insegnanti. Quinta elementare, arrivo lì con consigli ma le lascio prima parlare. Oibò, mi dicono che la mia paziente è bravissima, mi presentano una scheda con tutti voti alti e solo in comprensione pecca un pò. Ci credo poco, ho fior di test che mi dicono il contrario, e esprimo le mie remore. La maestra, pronta, va in classe e prende il quaderno. Guardi, fa, è uno dei migliori testi della classe. Io e la madre della bimba leggiamo e siamo sgomente: quello, ai nostri tempi, sarebbe stato un buon testo in terza elementare. C’era anche un errore -il testo era corretto- e abbiamo pensato ad una distrazione. Glielo abbiamo segnalato.
La bambina aveva scritto: "Il bambino esce da piscina." Per me e la madre era sbagliato e andava corretto con "dalla piscina". L’insegnante ha detto che la nostra è una lingua antica e adesso, nello scrivere, bisogna cambiare le regole.
"da piscina" è italiano moderno.