Domani è domenica, fa la mia novenne: la catechista mi ha dato da leggere la preghiera dei fedeli. Possiamo fare la takis con queste parole? Così le imparo a leggere velocemente, tu sei contenta che faccio la takis e io faccio bella figura domani!
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La spia.
Ormai debbo andare dalla tua maestra: abbiamo l’appuntamento con tua mamma. Sì, mi fa la novenne, ma non parlare di me. In che senso, domando. Adesso è tutto diverso, faccio le cose come gli altri, sono interrogata come gli altri, faccio gli stessi errori della mia compagna di banco che -adesso- lei copia me. Ecco, se proprio le vuoi dire qualcosa su di me, dille questa cosa che quella copia da me. Te la senti di fare la spia?
lo sciopero
Allora, mio padre mi ha detto che adesso si liberalizza tutto e allora io voglio essere liberalizzato dalla lettura e se tu, la maestra e mia madre non la smettete io faccio come i camionisti e prendo provvedimenti. Chi pensi di paralizzare con il tuo sciopero, chiedo curiosa. Allora, fa, anche molti miei compagni sono d’accordo alla liberalizzazione della lettura e la nostra protesta bloccherebbe la scuola intera. Sarebbe uno sciopero bellissimo! Secondo te viene il tg ad intervistarmi?
Io non ho la penna.
Non ho la penna, dice il mio ottenne fermo. Ti dò la mia, dico porgendogli una bic dall'inchiostro grosso. Non posso scrivere, ripete l'ottenne. Lo guardo interrogativa. La tua penna non si cancella, fa, non posso sbagliare. Se sbagli ci fai una linea sopra e riscrivi, replico tranquilla. Mamma dice che non si può: sono grande e non debbo fare errori. Scuoto la testa, sorrido. Prende la penna che gli avevo dato con l'inchiostro grosso e non cancellabile.
Se sbaglio parli tu con mamma?
bentornata scuola
Come hai passato le vacanze, domando alla mia pazientina decenne. Ah, mi fa, sono andata al mare e mi sono rotta la spalla, poi, in montagna mi ha morso una specie di insetto e, quando ho tolto il tutore per la spalla, mi sono presa l’influenza. Sono contenta di ritornare a scuola, conclude. Sei la prima bambina che me lo dice, replico divertita. Lei non ha dubbi:
Quando vado a scuola sto bene.
Licenziamento estivo.
Tra poco andrò in vacanza e posso fare un giusto resoconto di questo faticoso anno romano. L’attività è partita abbastanza bene, alti e bassi come in tutte le cose ma, la cosa per me importante, è che sono riuscita a far funzionare la mia formazione in voce.
Dall’anno prossimo mi occuperò di bambini con dsa, come faccio ormai da anni e mi dispiacerebbe lasciare dal momento che mi diverto un sacco con loro, e terapia vocale. Lavorerò anche per una scuola di teatro romana, la Cassiopea, dove mi occuperò di prevenzione e igiene della voce performativa. Per quest’ultima notizia sono proprio felice: era uno dei miei sogni curare le voci artistiche e far parte di una scuola di teatro.
Per salutare tutti voi, fedeli lettori del blog un pò abbandonato e malmesso in questo pesante anno romano, vi racconto del mio paziente seienne che le insegnanti hanno premiato per la buona volontà con una pagella piena di otto per portarlo in seconda elementare. Lui mi arriva tutto pieno di sè e sbandiera la pagella. E allora, domando, cosa hai intenzione di fare. Adesso posso vivere di rendita, fa sicuro. Scuoto la testa e gli lascio tenere la sua contentezza estrema -a gennaio rischiava la bocciatura- ma lui non è pago. Roberta, fa. Mh, rispondo. Adesso c’è solo una cosa che devi fare:
Mi devi licenziare!
Il silenzio
Cari tutti, sono un pò scarica dal momento che sto facendo un pò di cose e tutte insieme. Con la scuola media di procida, gli undicenni dell’anno passato, stiamo scrivendo un romanzone collettivo a ben 90 mani. Gli scrittori effettivi saranno 60, il resto si occuperanno della grafica, delle didascalie e 10 sono gli story editor. Insomma, un maxi progetto ambiziosissimo dove le insegnanti di italiano saranno le editor. Abbiamo raccolto le idee, pianificato, e a gennaio scriveremo. Il tema è ambientale e, quando finirà, chi è curioso lo potrà leggere.
Il lavoro a Roma va un pò a rilento: a novembre sono andata sull’isola molte volte e non ho avuto il tempo manco di respirare. In questo momento ritorno da un convegno sulla disprassia e ho comprato un libro di teoria per capirci meglio qualcosa.
Ci sono molte cose in ballo e mi sento come quei giocolieri che devono tenere in equilibrio i piatti su diverse aste appoggiate al corpo.
Appena avrò la mente più libera continuerò a raccontarvi dei miei meravigliosi pazienti. Vi abbraccio tutti,
Roberta