Il mio paziente ottenne oggi ha da farmi vedere una cosa. Me l’ha dato mia nonna, fa. Esce un grado militare dalla tasca. Io a nonno non l’ho mai conosciuto, fa lui, ma io porto il suo nome. Nonna ha detto che forse sono abbastanza grande per capire e mi ha raccontato che il nonno è andato in guerra a combattere per l’Italia libera e questo stava sulla sua divisa da militare. Ti vedo contento, dico. Lui sorride e rimette il grado nella tasca del giubbino. C’è una cosa che non ho capito ma non l’ho chiesto a nonna perchè lei si è messa a raccontarmi un mucchio di fatti successi in guerra ma non ci ho capito granchè. Continuava solo a dirmi che l’Italia aveva bisogno di essere liberata. Ma come è possibile?
Si può mettere in prigione un paese?
Purtroppo sì, si può! E anche quando non ci sono militari in giro per le strade…
E’ piu’ facile metterlo in prigione, che liberarlo.
pessimisticamente parlando direi che sta succedendo proprio adesso!
f.
grazie mille per gli auguri!!!!!!
Ciao Roberta, ho appena letto con attenzione tutti i tuoi post, andando a ritroso fino a quello che dà il nome al sito.
Leggere i tuoi messaggi mi ha caricato positivamente, perché trovo nei bambini, e quindi nel domani, la consapevolezza di cui il mondo finge di poter fare a meno.
Sono fiero di come porti avanti il tuo lavoro; ora che sono adulto so che mi è mancata una persona con la tua sensibilità e competenza, quando alle medie leggevo come un razzo ma non assimilavo e non riuscivo a scrivere un tema accettabile, sebbene leggessi correttamente dall’età di tre anni.
Insomma, il tuo lavoro è più di una speranza… Continua così!
meravigliosa storiella
ciao cara!